Come spesso capita leggendo le parole di Michele Serra, in questo libro si ride. Un riso che è a volte leggero e più spesso amaro ma che fa anche riflettere su temi decisamente attuali. Dietro ad un linguaggio che è, insieme, ironico e sarcastico, si percepisce nettamente, il profondo coinvolgimento dell'autore nel tema affrontato che tuttavia riesce a mantenere il giusto distacco per poterne parlare con ironia.
Gli sdraiati sono, in sostanza, gli adolescenti moderni, capaci di essere sempre iperconnessi e di svolgere contemporaneamente molte attività, la maggior parte delle quali virtuali ma, al tempo stesso, soli, annoiati e apparentemente disinteressati alla vita. Una forma di ribellione ad un mondo dove tutto è stato già detto, tutto è stato già fatto, tutto è stato costruito e poi distrutto e dove sembra quindi non esserci più posto per una propria "lettura del mondo" se non quella di protesta e denigrazione.
Serra ne parla, parlando del rapporto con il proprio figlio e dei suoi esasperati ed esasperanti tentativi di guidarlo in una visione della vita più matura e piena, ipotizzando tra l'altro, una futuristica, patetica e sanguinosa guerra tra vecchi e giovani.
A Pompei, un po’ di anni fa, udii una improbabile guida locale, di fronte all’affresco di Narciso, offrire ai turisti la seguente, geniale versione dei fatti: “Narciso era un bellissimo giovane che vedendo la sua immagine riflessa in uno specchio d’acqua volle baciarla, si buttò e morì annegato. Insomma: uno scemo totale!" Dal punto di vista psicoanalitico non saprei dire; dal punto di vista tecnico il giudizio è ineccepibile"