Credo che le librerie abbiamo un fascino particolare. Puoi evitarle, girarci alla larga, nasconderti dietro a mille impegni e alla mancanza di tempo ma prima o poi ne spunta una dietro l’angolo alla quale non puoi e non vuoi resistere.
Quel pomeriggio tra i mille scaffali, dorsini colorati, cd rilassanti e titoli accattivanti, fui attratta da questo “mattone” di 1200 pagine dal titolo incomprensibile.
Lessi la trama e le prime pagine che sbircio ancora oggi dopo aver letto la parola fine.
Mai avrei pensato che un libro potesse farmi venire la voglia di partire per un paese lontano al quale non avevo mai prestato attenzione.
Di India si parla.
Un romanzo di eccezionale bellezza ambientato in India. Un regalo che l’autore, Gregory David Roberts, fa all’India.
Si parla di un uomo che è scappato da un carcere in Australia, che ha fatto il contrabbandiere, il trafficante d’armi, il medico, il falsario. Un uomo che ha combattuto in un paese non suo, che ha seppellito e detto addio a tanti compagni incontrati lungo la strada.
“Ho impiegato molto tempo e ho girato quasi tutto il mondo per imparare quello che so dell’amore, del destino e delle scelte che si fanno nella vita”.
La sua storia inizia a Bombay e nelle stesse vie si conclude.
Quando leggi le ultime pagine ti accorgi che le lacrime scendono spontanee, senza controllo. Hai appena finito il “libricino” e già non vedi l’ora di rileggerlo per capirne e apprezzarne meglio alcuni tratti.
“Ogni battito del cuore di un uomo è un universo di possibilità. Khader aveva cercato di spiegarmi che ogni uomo ha la possibilità di cambiare il proprio destino. Avevo sempre pensato che il fato fosse immutabile: determinato al momento dalle nascita e fisso come le orbite delle stelle. La verità è che fortuna e sfortuna non contano e non importa ciò che stai facendo: puoi cambiare completamente la tua vita con un solo pensiero, con un solo gesto d’amore…”.
Recensione di Elena Bernasconi