Storia di un corpo è il diario molto intimo di un uomo, focalizzato più che sul racconto di azioni e fatti quotidiani, sulle sensazioni fisiche del protagonista, registrate dall'età di 12 anni fino ai suoi ultimi giorni di vita. Lison, figlia dell'autore del diario, lo riceve in dono dopo la sua scomparsa come fosse un testamento e inizia a leggerne il contenuto.
Vi trova tutta la vita del padre, raccontata attraverso le tappe di una maturazione fisica prima e del naturale decadimento del corpo poi. Un corpo percepito come strumento e del quale ogni segnale, dal più impercettibile al più eclatante, è vissuto intensamente e analizzato al microscopio; bussola di orientamento e mezzo per una profonda indagine di sé stesso, attraverso l'analisi di piacere e dolore derivanti dalle trasformazioni fisiche legate all'età e dall'interazione del proprio corpo con altri corpi e con la vita stessa.
Vi trova quindi anche, inevitabilmente, l'anima di suo padre, inscindibile dal resto, con tutta una serie di speranze, paure, illusioni e disillusioni, curiosità e poi saggezza che fanno parte della maturazione e della vita di ogni uomo.
"La mia prima reazione di fronte a un neonato – è già successo alla nascita di Bruno – non è tanto giocare al puzzle delle somiglianze quanto cercare su quel viso recentissimo i segni di un temperamento. Mia piccola Lison, non fidarti di un padre che, appena arrivata, ti attribuisce la facoltà di pacificare il mondo".
"Sott'acqua rinuncerei volentieri a respirare e a tutti gli obblighi della superficie. Di questa carezza totale della pelle del mare sulla ia pelle avrei potuto fare una passione esclusiva, imparare a non respirare, fare la vita del delfino, condurre in questa seta un’esistenza priva di gravità, ogni tanto aprire la bocca e lasciarmi andare a nutrirmi. Ma facciamo scelte che riducono le nostre passioni più pregnanti a semplici idee di felicità".
"In fondo, questo diario è stato un perenne esercizio di messa a fuoco. Sfuggire allo sfocamento, tenere il corpo e la mente sullo stesso asse… Ho passato la vita ad inquadrare".