Russia, 1916-1918: la vecchia nutrice Tat'jana Ivanovna ha visto crescere i due giovani di casa Jurij e Kirill, e il loro padre Nikolaj prima di loro. Il suo legame con i Karin, famiglia di proprietari terrieri, è fortissimo e caratterizzato da un profondo affetto. Quando i due ragazzi si trovano a dover partire per andare a combattere nella Prima Guerra Mondiale l'anziana tata teme per la loro sorte. È lei a riaccogliere a casa Jurij, braccato e sfinito, mentre nel frattempo è scoppiata la Rivoluzione d'Ottobre e il resto della famiglia è fuggita perché ricercata dai rivoluzionari bolscevichi.
Così inizia questo agile romanzo breve, appassionante e denso di umanità. Uno stile di scrittura asciutto e senza fronzoli, che riesce a tratteggiare in maniera realistica e coinvolgente i tratti umani dei protagonisti, come è tipico della grande letteratura russa, pur evitando le lunghe descrizioni e digressioni storiche che si trovano nei romanzi più famosi dei connazionali dell'autrice. Un romanzo crepuscolare, che racconta la fine di un'epoca e l'inizio di una nuova: una lettura decisamente consigliata.
Recensione di Romolo Luciani