No logo è un'opera di informazione e denuncia del mondo che sta dietro la maggior parte delle produzioni delle multinazionali del settore dell’abbigliamento, e non solo. La condizione dei lavoratori nelle fabbriche offshore localizzate nei paesi del Sud Est asiatico ovvero in Sud America e nei paesi del Terzo Mondo, sono enfatizzate e poste al centro dell’attenzione del lettore, tanto quanto il concetto di Logo inteso come fine precipuo dell’attività aziendale.
La produzione in senso stretto non ha più ragione d'essere, non è più rilevante ai fini del successo aziendale; ciò che conta è l’immagine, l’idea che il cliente ha dell’azienda. Solo vincendo la sfida di immagine nei confronti dei concorrenti si può garantire un successo di lungo periodo.
Arricchendo il testo con esempi e testimonianze dirette di lavoratori che hanno provato sulla propria pelle la vita nelle zone industriali di esportazione dislocate in tutto il mondo, Naomi Klein utilizza un linguaggio semplice e diretto tipico del giornalismo e del reportage. Anche se a tratti ridondante, soprattutto per quanto riguarda la concettualizzazione del significato di logo e per questo un po’ lento e noioso, riesce comunque a rendere semplici e fruibili concetti di natura economica altrimenti accessibili solo agli addetti ai lavori.
Sicuramente un libro d’impatto, interessante soprattutto perché apre una falla in un sistema che vuole vendersi per qualcosa che non è, e nasconderci la verità sul "lato oscuro" di povertà e sfruttamento che sta dietro a ogni singolo prodotto.
Dopo aver letto questo libro, sapremo almeno coscientemente che, ogni volta che facciamo un acquisto, stiamo finanziando questo sistema!
Recensione di Antonio Prugnoli