Quest’opera, arrivata per miracolo ai giorni nostri in quanto censurata sotto il regime sovietico, può essere considerata come uno dei più importanti romanzi del Novecento.
Sullo sfondo di un mirabile affresco storico della Battaglia di Stalingrado, vero spartiacque del secolo scorso, si dipanano le storie di esseri umani raccontate con una prosa profonda e commovente, mai retorica. Dalle pagine traspare un potente inno alla libertà, un’opposizione senza limite a tutti i totalitarismi.
E questo non attraverso un libello satirico o un saggio politico, ma mediante la storia quotidiana delle persone, la loro lotta di ogni giorno per il proprio diritto alla vita.Una miriade impressionante di personaggi tratteggiati in modo estremamente realistico, mai manicheo, con la quale Grossman è riuscito a mettere paura alla dittatura sovietica raccontandone semplicemente le vicende quotidiane relative alla famiglia, al lavoro, alle amicizie, agli amori, alle passioni politiche. Un capolavoro straordinario, terminato il quale è inevitabile percepire la sensazione di aver messo un mattone importante per la costruzione della propria coscienza.
Recensione di: Romolo Luciani