"Ci sono ore che si posano sulla spalla e tengono compagnia per sempre".
Commovente e penetrante Erri De Luca in questo breve scritto.
Con una scrittura morbida e tagliente allo stesso tempo, che apre ferite e interrogativi, ci pone davanti ad uno dei più grandi e irrisolti contrasti umani: simbiosi e fratture nel rapporto con il proprio padre.
Amore e rabbia, ammirazione e rancore, somiglianze e voglia di affermare una diversa, opposta individualità.
Ecco allora l’urgente esigenza di comunicare, anche dopo la scomparsa del genitore, quei sentimenti, quel livore, quell’amore, rimasti incastrati e mai dissolti.
Fino ad arrivare, più o meno metaforicamente, alla vetta della montagna, all’incontro ultimo e definitivo.
Nell'attesa di una nuova vita alla quale, augurandole un futuro diverso, daremo lo stesso nome.
"FIGLIO: No, non sono pari e non ci provo nemmeno ad essere imparziale.
Qui sono parte lesa.
Non ti chiedo i danni, papà, te li racconto".