È barocca la scrittura di Erri De Luca‚ è ridondante.
È ricca come una tavola da pranzo imbandita‚ in un giorno di festa‚ senza tuttavia diventare mai stucchevole.
Affonda come uno scalpello deciso che modella e dà vita alla vita‚ rende sacro il profano. Plasma‚ piegandole al suo mutevole servizio‚ le parole‚ restituendo loro‚ al tempo stesso‚ la dignità di tutti i sensi possibili.
Parole scritte che penetrano‚ che entrano dentro a gonfiare l’anima‚ a dare una boccata d’ossigeno pieno.
Nei 12 brevi racconti di "In alto a sinistra" sono descritti spaccati di vita ben delimitati‚ attimi decisivi nella vita dei personaggi‚ tutti maschili ma molto diversi tra loro‚ come sono diversi i contesti e i tempi di svolgimento.
C’è la coppia che si rincontra dopo un lungo distacco‚ memore di un amore appassionato ma troppo giovane; c’è l’assassino alla sua prima volta‚ che solo tra le braccia della donna amata riesce a ritrovare un po’ di calore; c’è l’uomo che sta perdendo il padre e lo ricorda e lo assiste nei suoi ultimi attimi.
In tutti i racconti prevale però la descrizione di sentimenti e sensazioni fortissime‚ spesso estreme‚ che sovrastano gli avvenimenti oggettivi‚ parafrasandoli e trasponendoli su un piano più elevato.
"Grido a labbra chiuse, amica mia. Tu cerchi in un uomo la disperazione e l’orgoglio, i pugni, i treni, l’inferno facile che hai saputo suscitare. Avevi un trillo in gola, caldo, infame. Là dove tu eri, là si aizzavano minacce e io sempre temevo che uno impazzito d’amore potesse ucciderti. Anch’io avrei potuto, mentre sorridevi d'altro o ti chiudevi in una noia di me. Mi tratteneva lo spreco atroce della tua bellezza disfatta. Ti recitavo male, cupamente: "Esterina, i vent’anni ti minacciano". Tu eri in pericolo perché quello era il tuo stato di grazia. Dove tu passavi, orme d'altre donne sbiadivano. Sapevi dare il niente, misura adatta a chiedere ogni cosa. Non io ti manco, tu ti manchi."
Puoi leggerne alcune parti su Google Books