Un noir dai molteplici tratti autobiografici e davvero molto coinvolgente, questo di Massimo Carlotto.
Siamo a Padova: un detenuto per omicidio, Alberto Magagnin, a cui manca poco per finire di scontare la pena, scompare misteriosamente durante la semilibertà; contemporaneamente una donna viene brutalmente assassinata e, per una serie di coincidenze, vene accusato lo stesso Magagnin.
Marco Buratti, soprannominato l'Alligatore per via del nome del gruppo in cui suonava, con alcuni anni di prigione alle spalle per un errore giudiziario e detective per hobby, contattato dall'avvocato del ragazzo, decide di iniziare a cercare il latitante e di andare a fondo in una verità che non gli appare così logica e trasparente come tutti suppongono.
Per l'Alligatore, la ricerca della verità è anche un modo per riscattare la sua ingiusta condanna ed è disposto a tutto pur di scoprire chi si nasconde dietro i due crimini di cui è accusato il Magagnin, coinvolgendo nelle sue argute ricerche, l'amico malavitoso Beniamino Rossini ed altri personaggi della criminalità di zona, conosciuti in carcere.
Nell'arco di poco più di un mese, i due affronteranno peripezie di vario genere, fino ad arrivare a scoprire, l'amara verità.
"Detesto che qualcuno mi disturbi mentre ascolto del buon blues, ma allora capitava piuttosto di frequente. Tutti sapevano che fare il giro dei locali era l'unico modo per trovarmi: il mio nome non appariva sulla guida telefonica e nessuno conosceva il mio indirizzo". [...]
"Dalla galera sono uscito senza più la voglia di cantare e suonare. Mi va solo di ascoltare. E di continuare a bere. Ormai soltanto calvados, tutto ciò che mi rimane di una donna perduta in Francia".