Agassi Andre, Open

Book Cover: Agassi Andre, Open
Editions:Paperback (English)

Open, a mio avviso più simile ad un romanzo introspettivo che ad una biografia, appassiona e incolla alla lettura fin dai primi capoversi. Non importa che si ami il tennis o meno: sono lo stile, la lucidità nelle analisi di sé, la scorrevolezza della scrittura, ad essere avvincenti e ad accendere il desiderio di saperne ancora e ancora.

Andre Agassi, ex numero uno del tennis, famoso, oltre che per il suo gioco, per l’eccentricità nell’abbigliamento e nello stile di vita, si racconta con semplicità, esternando sentimenti e vulnerabilità con morbidezza, a partire dall'incontro della finale US Open contro Baghdatis, all'Arthur Ashe Stadium di New York.

Con un rapido balzo all’indietro passa poi a raccontare della sua famiglia e della sua infanzia, soffermandosi soprattutto sul ricordo dei duri allenamenti ai quali il padre lo sottoponeva già a quattro anni, caricandolo di aspettative e radicando in lui il bisogno di una convulsa ricerca di perfezione, ma anche, inevitabilmente, il naturale rovescio della medaglia: una fragilità estrema e l’odio profondo per il tennis.

Un odio che si contrappone alla voglia di continuare a giocare e a vincere, in un continuo duello all’interno di se stesso, nella ricerca di un equilibrio interiore che solo nell'unione con Steffi Graf saprà trovare, passando per il matrimonio fallito con Brooke Shields, l’uso di stupefacenti e approfondite analisi di se stesso, un lungo periodo professionalmente negativo e la faticosa ma gloriosa risalita, fino al ritiro dal tennis all’età di 36 anni.

"Ogni tennista, prima o poi, si paragona a un pugile, perché il tennis è boxe senza contatto. È uno sport violento, uno contro l’altro, e la scelta è brutalmente semplice quanto sul ring. Uccidere o essere uccisi. Sconfiggere o essere sconfitti. Solo che nel tennis le batoste sono più sotto pelle… Detto questo, sono pur sempre un essere umano".

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