È semplice Fabio Volo nel suo scrivere, spesso molto lontano dall'equilibrismo letterario che io amo. Le parole sono usate quasi sempre per quello che sono: chiare, dirette, prive di fronzoli.
E (anche) per questo conquista: è facile infatti riscontrarsi nelle sue parole, facilissimo immedesimarsi nei gesti e nei pensieri dei personaggi e incontrarli poco dopo per strada o ricordarsi di averli già incontrati. Un uomo comune il protagonista, che affronta la quotidianità con una discreta profondità d'animo, perdendosi là dove molti si perdono, ritrovandosi là dove molti, prima o poi, si ritrovano.
Non mancano insegnamenti illuminati tratti da letture altrettanto illuminate che ultimamente, segno evidente di una società in crisi, vanno particolarmente di moda, e che invitano a riflettere su un ovvio che spesso non è abbastanza ovvio, come quando l'amico Claudio parla così al protagonista:
"La tua forza è l’autenticità. Non sforzarti di essere ciò che non sei, ma lotta per rimanere ciò che sei. Tu non devi cercare niente, hai già tutto, fidati, devi solo prendere coscienza di te stesso. Credici di più, prova ad avere un po’ di autostima. Non devi cercare un linguaggio nuovo, bensì imparare ad ascoltare quello che già possiedi. Difendi la tua spontaneità e nel frattempo otterrai anche la naturalezza che si acquisisce nel tempo con la fiducia in se stessi. Ricordati che vivere è l’arte di diventare quello che si è già".
Lettura consigliatissima sotto l'ombrellone con l'unico neo di correre in più punti il rischio di diventare "un libro già letto" ma in fondo repetita iuvant.
Puoi leggerne alcune parti su Google Books