È una storia come tante questa raccontata da Catherine Dunne: la storia di Rose, moglie di Ben e madre di tre figli, devota alla famiglia e progressivamente annullatasi a favore di una vita piatta e priva di obiettivi di realizzazione personale, che ad un certo punto viene costretta a mettersi seriamente in discussione, a causa dell'apparentemente improvvisa decisione di Ben di andarsene.
Dopo un primo momento di smarrimento e riadattamento ad una vita "nuova", Rose si dimostra una donna molto forte, capace di gestire da sola la casa e il rapporto con i figli e di riprendere, in breve tempo, la sua vita in mano per migliorarla sensibilmente. Lo stile del romanzo è per metà diario e per metà, in rapidi flashback, racconto della vita di Rose dal primo incontro con Ben in avanti: un duplice binario utile a rilevare ed evidenziare il filo logico tra la decisione di Ben di andarsene e la loro vita di coppia pregressa.
La lettura di questo libro fa sorgere delle domande: Se Ben non avesse lasciato Rose, il loro matrimonio sarebbe continuato invariabilmente? Quante coppie restano insieme per tempi indicibilmente lunghi, nascondendo paura e pigrizia, dietro false motivazioni e falsi valori, come l'indissolubilità di un vincolo e il benessere dei figli, rinunciando così a sé e ad una vita piena ed appagante?
Una possibile risposta è invece che spesso, dietro cambiamenti che ci appaiono come etero-imposti e sul momento anche dolorosi, si cela una grande opportunità per aprire gli occhi e "creare" per se stessi una vita più rispondente alla propria vera natura.
"Il mondo crolla, anni e anni precipitano turbinando, vite vengono distrutte. Adesso Rose sa che tutte le venture sono state annunciate da quella frase. Dobbiamo parlare.”