Se non qui dove?

senonora

Non amo la parola femminismo, non mi appartiene, non ne capisco il significato. Ritengo sia  sgradevole anche solo pronunciarla. Per questo, l’idea di una manifestazione di donne, per donne, inizialmente non mi era piaciuta per niente.

– L’ennesimo tentativo di strumentalizzazione – ho pensato!

Nella mia famiglia peraltro, Dio ti ringrazio, la diversità di genere è sempre stata pressoché irrilevante. E in modo del tutto naturale. La parità come dato di fatto, come conoscenza acquisita, su cui è superfluo e stupido discutere, punto!

Non che io non creda nelle differenze tra i sessi, tutt’altro. Ma sono differenze che nel sentimento (amore o amicizia che sia), o nella collaborazione, si fondono, si compenetrano, si amalgamano fino a formare un unicum perfetto, totale.

Nel tempo però ho dovuto, non senza uno sgradevole stupore, rendermi conto che le mie teorie e il mio mondo non erano assolutamente generalizzabili, e che anzi molta gente, uomini e donne, fanno ancora della disparità di diritti e doveri ora un vanto, ora un motivo di vittimizzazione, ora uno scudo, una bandiera, un credo. Lungi da me il voler convertire le persone: sono sempre stata convinta che ognuno sia libero di fare della propria vita ciò che vuole, almeno finché non lede e/o limita le libertà altrui.

Quindi…

se una donna nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali decide di cedere a compromessi in cambio di favori, soldi o altro, posso non condividere ma, in sostanza, è un problema suo, anche perché quella di vendersi, non è affatto una prerogativa femminile: tantissimi uomini cedono quotidianamente a ricatti e accettano basse coercizioni, non è forse la stessa cosa?

Le cose però cambiano, e di molto, quando ad avere una mentalità e un comportamento troglodita e offensivo, non è un giovanotto qualsiasi cresciuto in periferie disagiate o in contesti dove regna l’ignoranza, ma il presidente del consiglio. Eh no! Non può ricoprire quella carica uno che si comporta come un quindicenne (neanche tra i più intelligenti) in piena crisi ormonale, non uno convinto di poter spendere il “potere” conferitogli da un popolo e dai soldi, per comprare corpi ed anime, se non altro perché in lui si rispecchia, agli occhi del resto del mondo, l’immagine di un Paese intero.

Ma per questo debbiamo indignarci tutti, donne e uomini allo stesso modo.

Quindi direi che si… manifestiamo, ma sapendo che il rispetto non si chiede, si pretende, e che l’obiettivo comune, non può essere cambiare la mentalità di molti ma preservare quella di pochi che, in questo Paese alla malora, rischia grosso.

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